Pramana-viparyaya-vikalpa -nidra-smrtayah
(Esse sono) retta conoscenza, conoscenza erronea, fantasie, sonno e memoria.
Dopo attenta riflessione si giunge infine a comprendere come lo scopo ultimo dello yoga sia quello di annientare la struttura di qualunque manifestazione mentale.
Possiamo costruire qualunque tipo di immagine od oggetto con del fango, ed ognuno di questi manufatti avrà un proprio nome ed una particolare funzione, ma quando distruggiamo queste forme quello che otteniamo è ancora del semplice fango.
Nello stesso modo la mente assume configurazioni diverse e produce numerose strutture, chiamate nei modi più vari: il fine dello yoga è quello di privare il principio pensante di tutte queste alterazioni, in modo che la consapevolezza rimanga senza forma e senza nome.
Molti discepoli ritirano i sensi dal mondo esterno e sperimentano meravigliose visioni, credendo in questo modo di aver raggiunto un altissimo risultato, ma anche queste esperienze devono essere superate, anche il samadhi deve essere trasceso.
A volte ci viene chiesto di ritrarre la nostra consapevolezza: si può divenire inconsapevoli dei rumori che ci circondano, ma si può ritrarla durante il sonno? Certamente no, visto che non si crede neppure che il sonno sia una condizione mentale. Patanjali afferma invece che anche il sonno è una condizione mentale.
Ma vediamo come vengono classificate le citta-vrtti: pramana e viparyaya comprendono tutte le immagini che si formano in qualche modo a causa di un diretto contatto fra i nostri sensi e il mondo fenomenico; la mente inferiore raccoglie le impressioni e le percezioni sensoriali e le accumula.
Nel caso della smriti, o memoria, questa archiviazione avviene in modo più o meno fedele, mentre nel caso del vikalpa, o immaginazione, le impressioni sensoriali possono essere combinate o modificate in qualunque modo congruo od incongruo sotto la guida della volontà . Questa guida viene invece a mancare nel caso del sogno, in cui l'io superiore si è ritratto al di là della soglia della coscienza lasciando la mente inferiore parzialmente aderente al cervello ma priva dell'influenza razionalizzatrice dell'intelletto. Quando anche questo residuo della mente inferiore si ritira al di là della soglia della coscienza celebrale si ha un sonno privo di sogni, o nidra. di redazione yoga.it
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