Tatra sthitau yatno'bhyâsah
L'abhyâsa è lo sforzo di essere fermamente fondati in quello stato (di citta-vrtti-nirodhah)
Abhyâsa è definito come il perfetto sforzo volto ad attingere lo stato in cui tutte le modificazioni mentali siano state soppresse; sthitau implica tanto il concetto di «calma» e «tranquillità » quanto quello di «stabilità », indicando quindi una forma stabile di pace mentale, presente in ogni momento ed indipendente dalla circostanze esterne.
Lo sforzo necessario a raggiungere questo stato può comprendere le più diverse tecniche, scelte in base al temperamento ed alle esigenze particolari del discepolo; abhyâsa tuttavia indica una pratica costante, portata avanti senza interruzione, fino a divenire parte della natura stessa del sâdhaka.
La ricerca interiore è ardua e spesso è sufficiente rimandare l'impegno preso con noi stessi per allentare una maglia in quella trama che abbiamo appena cominciato a tessere; d'altra parte un controllo troppo rigido non può che portare all'insuccesso. La disciplina va quindi praticata su due piani: se, mentre rinnoviamo l'impegno della ricerca, non convalidiamo nel profondo la nostra motivazione e volontà , se non confermiamo con amore il nostro ideale, i nostri sforzi si sgretoleranno in poco tempo.
Alcuni asceti si sottopongono a pratiche faticose per ottenere i siddhi, poteri che consentono il dominio sugli altri esseri, che possono portare a sviluppare un senso di potenza e di superiorità . Esistono persone che compiono questo percorso per presunzione, per orgoglio, per avidità , incoraggiati dalla validità dei risultati, correndo in tal modo verso la propria rovina.
Bisogna chiedersi il motivo della nostra disciplina; bisogna colmarsi di pensieri positivi, di amore, praticare le discipline indicate per illimpidire la mente e trasformarla un mezzo d'amore. Allora anche gli ostacoli si appianano. di MP
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