Sadhana viene da sadh, che significa attività rivolta al conseguimento di progresso spirituale che viene poi vissuto nel concreto della vita. La sola teoria non dà nessun risultato.
Se l'essere umano vuole scoprire il significato del cosmo, del pulsare delle stelle, della vita che vibra in ogni cosa, della sua vita, deve aprirsi ad una conoscenza cha va al di là del fenomenico.
Il corpo e la mente sono mezzi che noi abbiamo a disposizione per vivere questa esperienza; conoscere i nostri impedimenti, le difficoltà che sembra ci vogliano distruggere, le sofferenze che non riusciamo a capire; cercare di comprendere i messaggi che la vita ci dà per vivere la crescita alla quale ci spingono.
Se ci facciamo condizionare da ciò che avviene, rimarremo sempre nei nostri limiti, chiusi in un'esperienza che è solo terrena, che percepiamo solo attraverso i sensi.
Se invece ci poniamo nella dimesione del ricercatore e ci accorgiamo che esistono esperienze diverse, piani di coscienza diversi, la nostra dimensione umana si dilata, fino a vivere un mutamento esistenziale, che sarà il risultato della sadhana.
Sadhana vuol dire essere consapevoli di ogni momento della nostra giornata, di ogni nostro pensiero, di ogni nostra azione e del loro risultato, del nostro respiro, dei nostri desideri. Solo così la vita potrà diventare un processo di crescita e portarci verso ciò a cui aspiriamo da molte vite.
L'"uomo", che sembra cammini eretto da centinaia di migliaia di anni, non è ancora riuscito ad essere veramente uomo, proprio perchè non pratica quella sadhana che porta "l'atto al volere", come diceva Rilke.
La sadhana è fatta di sforzo, di disciplina, di durata, di volizione e di gioia di crescere.
Sadhana è consapevolezza del nostro esistere. di MP
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