Nello Yoga si afferma che lo scopo principale del cibo consiste nel rifornire il nostro organismo di prana e questo si può ottenere tramite una dieta semplice costituita da alimenti freschi di origine vegetale che traggono il loro nutrimento direttamente dal Sole - la fonte della vita in tutto il nostro sistema solare - e per questo considerati il primo anello della catena alimentare.
Esistono diverse ragioni - tutte valide - per abbracciare una dieta vegetariana: salutistiche, sociali, ecologiche, economiche ed etiche, tuttavia per lo Yoga la più importante è l'aderenza all'ahimsa, la non-violenza, indicata da Patanjali come uno dei cinque requisiti per poter progredire sul sentiero spirituale.
Quando mangiamo la carne di un animale prendiamo parte alla himsa, alla violenza, che è stata necessaria per uccidere l'animale. Morendo, quella creatura ha sofferto, ha lottato, gridato e cercato di prolungare la sua esistenza il più a lungo possibile; poi la carcassa è passata attraverso tutti i processi di lavorazione, industriale o meno, per giungere nei nostri piatti ed essere consumata per il nostro piacere.
Gustando quella carne non si pensa al dolore che è stato necessario causare, o all'essere vivente da cui proviene. Secondo lo Yoga, cibandosi di quell'animale non si assimilano solo le proteine ma anche un'eco dei forti sentimenti di paura unita al dolore e alla violenza da esso sperimentati nei momenti precedenti alla morte.
Nel Mahabharata, uno dei principali testi sacri indiani, si legge: "Chi compra la carne di un animale commette violenza tramite la ricchezza; chi consuma la carne commette violenza godendo del suo sapore; chi uccide l'animale commette violenza in modo diretto. Così esistono tre tipi di uccisione. Quella di chi domanda o consegna la carne, quella di chi uccide l'animale e quella di chi compra, vende o cuoce la carne per mangiarla; tutte queste persone sono da considerarsi mangiatori di carne."
Chiunque intraprenda un cammino di ricerca spirituale, prima o poi si troverà dunque a dover riflettere su questa scelta di vita (proprio di questo si tratta, infatti, e non di un puro e semplice cambiamento del proprio regime alimentare) in quanto gli alimenti derivanti dall'uccisione di esseri viventi ci tengono legati alla nostra natura animale, alla sfera degli istinti, dell'aggressività .
Nella nostra società , dove anche i latticini sono prodotti tramite lo sfruttamento e l'uccisione di creature senzienti, lo yogi moderno considererà la possibilità di orientarsi verso una dieta vegan, priva cioè di derivati animali.
I rishi dell'antica India da millenni indicano la dieta basata su alimenti di origine vegetale come la più adatta per mantenere una perfetta salute, una mente più limpida e calma, una maggiore capacità di concentrazione e un migliore dominio di sé. di redazione yoga.it
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