Buenos Aires
Splendida città Buenos Aires, capitale di un popolo da sempre sospinto dalla passione per la propria terra unita ad una remota nostalgia verso le proprie lontane radici.
Una predominanza di razze europee occupa la città anche se tratti indios compaiono qua e là nei volti dei passanti.
Una visita alla splendida capitale è d'obbligo; qui la sera sembra fatta apposta per avvicinarsi alle scuole di tango; una musica, una danza ormai nota in tutto il mondo, ma la cui essenza è palpabile solo qui: tango come sadhana, disciplina di vita e modo di interpretare l'esistenza, tango come meditazione sulla vita e preghiera e spiritualità .
Il tango a Buenos Aires
«Il tango è Buenos Aires» diceva una giovane allieva. «E' la vita di questa città , la sua poesia, la sua sensualità , l'espressione della sua anima in continuo cambiamento... non esiste tango senza Buenos Aires, né Buenos Aires senza tango».
Patagonia
Dalla zona andina, ricca di vegetazione, fino ad Ushuaia, all'estremo sud del mondo, per migliaia di chilometri. Questa è la Patagonia.
Avvicinandosi alla Patagonia andina
Un europeo non la può immaginare senza esserci stato. Una vastità che lascia senza fiato, l'occhio perennemente a fuoco sull'infinito. Orizzontale e verticale senza limiti, presenza umana praticamente assente, la sola provincia di Santa Cruz grande come l'Italia.
Strade sterrate, passaggi di auto quasi inesistenti e percepibili da chilometri da pennacchi di polvere piegati dal vento. Già , questo vento sempre presente: un soffio continuo nelle orecchie, un vibrare di immagini, con le Ande illuminate che l'aria tersa fa sembrare a due passi... ma sono a centinaia di chilometri.
Luci, colori e spazi annullano la dimensione del tempo, la vita «occidentale» sembra un ricordo, non si ha voglia di parlare. E' l'approccio ad un mondo dal fascino primordiale, che intimamente si rivela.
Giochi di vento, Patagonia
Con la guida del nostro accompagnatore, che introduce all'esplorazione di luoghi particolari al di fuori dei circuiti turistici di massa e alla conoscenza delle etnie locali, la Patagonia ti porta allo stato naturale, primigenio, spontaneamente libero.
Il fascino di tale grandiosa solitudine presto amplia, apre e conquista anche l'animo più serrato. Vi sono luoghi al mondo in cui viene spontaneamente percepita la presenza e la grandezza dell'Eternità . Tutto assume aspetti inconsueti, la pelle si fa liscia, i pori si impregnano di una sorta di borotalco grigio, cenere vulcanica portata dai venti dal Cile.
La notte è nera, il cielo una cupola infinita di stelle, mentre il vento incessante è l'unico suono contrario al silenzio totale.
Gli abitanti originari di queste terre forti e magnetiche sono legati a una visione animista e mantengono in alcune minoranze il culto di un dio androgino, padre e madre al contempo, presente in tutto ciò che è vita.
Pitture rupestri risalenti a circa 8000 anni fa, nella Cuevas de las Manos Canyon del Rio
L'attenzione tutta particolare del nostro accompagnatore ci consente di scoprire le tribù animiste. Tramite lo sciamano che la rappresenta, la tribù ha il potere di comunicare col dio. Lo sciamano degli Araucani, nella trance, ottenuta tramite «aiutanti guerrieri» che cavalcavano destrieri di legno agitando sonagli e brandendo spade, combatte le sue battaglie contro gli spiriti maligni e intraprende il viaggio verso il Padre Celeste.
Lo sciamano è anche il guaritore in seno alla comunità tribale. La malattia intesa dallo sciamano-guaritore è sostanzialmente causata dalla perdita dell'anima, che si è smarrita o è stata rapita da uno spirito. Lo sciamano cura intraprendendo un viaggio alla ricerca dell'anima persa, per ricondurla a casa.
Il viaggio procede fino a Ushuaia, l'estremo sud del mondo, affacciato sul canale di Beagle, unione tra l'Atlantico ed il Pacifico.
Tramonto a Puerto Natales
Le immagini di albe e tramonti che si susseguono senza il controllo del tempo stonano con i ritmi da riprendere alle nostre latitudini, ma quel selvaggio e potente gusto di libertà antica rimane... Come pure il desiderio di tornare nel «Mondo alla fine del mondo». di Selene M. Calloni Williams
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