Il nome significa «centro del comando»; è situato nel cervello, alla sommità del midollo spinale in corrispondenza - secondo alcuni autori - con il plesso cavernoso e la ghiandola pineale; percepirlo risulta difficoltoso, pertanto viene spesso indicato come sede della concentrazione il punto fra le sopracciglia, che risulta in diretto contatto con questo chakra.
Viene raffigurato come un fiore di loto, di colore bianco splendente, a due petali, su cui sono iscritte le lettere HA e KSA, bianco-argentee, completate dal candra-bindu.
Il cerchio rappresenta lo stato di immaterialità , di pura coscienza, ma anche l'inizio senza l'inizio o la fine senza fine. All'interno è però presente un triangolo con la punta rivolta verso il basso, ad indicare che ancora si tratta di coscienza riflessa. Il triangolo annuncia e rivela l'essenza segreta, la Verità , la Realtà esoterica della natura, dell'universo, del nostro essere.
Gli yantra che raffigurano i chakra contengono innumerevoli simboli che rappresentano le difficoltà che si devono superare durante il percorso di crescita: attraverso di essi l'uomo esplora se stesso, tramutandosi e riconoscendo ciò che lo tiene incatenato al mondo fenomenico.
Ajnâ è il centro della percezione divina ed è la sede dei tattva (principi della realtà ) sottili, di Mahat e di Prakriti (la Natura). Comunemente si ritiene che Ajnâ chakra sia la sede della buddhi (intelletto), dell'ahamkâra (senso dell'io-sono), del manas (mente inferiore) e dei sensi sottili. A differenze degli altri chakra, Ajnâ non è associato ad alcun elemento poichè li trascende tutti.
Il bîja-mantra OM, detto anche pranava (ciò che risuona) e anche aksara (imperituro) è identificato con l'assoluto, che è al di là di ogni qualificazione e limitazione. Il piano di esistenza è Tapar-Loka.
Assieme a Vishuddha chakra, Ajnâ forma la base di vijnanamayakosha, il quarto dei cinque kosha, o «involucri» dell'uomo, che il ricercatore deve trascendere per giungere alla pura realtà dell'atman.
Le nâdî idâ, pingalâ e sushumnâ si uniscono in questo centro, trascendendo completamente la dualità . Ajnâ viene chiamato anche terzo occhio, un simbolo che rappresenta lo sguardo rivolto verso la reatà interiore, conoscitore del passato, del presente e del futuro.
Kundalinî, che dorme in Mûlâdhâra chakra, risvegliandosi risale lungo sushumnâ, attraversando tutti i chakra e permettendo la conquista di piani di coscienza superiori, dilatando la nostra visione e fornendo così risposta alle molte domande esistenziali. In tal modo l'uomo nella disciplina, nella fede e nell'umiltà può bruciare tutti gli ostacoli sul suo cammino.
In Ajnâ chakra troviamo inoltre l'itara-linga, segno aniconico della divinità che manifesta la sua potenza in modo particolare. Gli ostacoli e le difficoltà da conoscere e superare sono infatti numerosi, ma qui siamo di fronte ad un nodo da non sottovalutare, il rudra-granthi, in grado di arrestare l'evoluzione spirituale; è costituito dall'attaccamento ai poteri conquistati e dalla tentazione di utilizzarli a scopo egoistico. Si tratta della verifica della nostra crescita. di MP
Segnala l'articolo
La pagina di segnalazione si aprirŕ in una nuova finestra del browser
|