Messaggioda MirandaFey » 31 maggio 2006, 11:52
Mi rivolgo al gentile amico, mondo di mente, acuto di senno, che ha nome AT...
Lei non crede, cortese signore, che l'istanza estetica, per così dire, apollinea, fondamento dell'Arte (che perseguì, quando non il "Bello" morale, in ogni modo e in ogni caso quello formale) e quella "estatica", dionisiaca, (a mio parere nella stessa misura partecipe dell'Arte suddetta, non fosse che per le finalità della medesima, ch'io rinvengo non nella mera contemplazione, ma nello sconvolgimento psichico ed emotivo, nell'euforia estatica del fruitore che, in virtù della percezione sensuale dell'opera artistica, manifestazione unitaria dell'ipostasi del Bello,
giunga ad unirsi all'ipostasi medesima, in una danza fisica e metafisica) altresì partecipino indistintamente a quell'atto d'Amore che possa, per le peculiari virtù che lo distinguono dai gesti belluini del volgo, dirsi magico, tantrico, o metafisico?
Rammenta lei il mito di Pigmalione, quel bravo misogino che, repellendo l'universo femminino a lui noto, tuttavia plasmò un simulacro dalle forme femminee perché la sua iride ne fosse paga? Costui cadde in dionisiaca adorazione di quel bello apollineo che poi, animato dalla venusta Dèa, divenne l'amata Galatèa...
Così, non dissimilmente, capita a me di cadere in estatica adorazione, dinanzi al simulacro del dìo, Dioniso o Shiva, se più vi piace, che giganteggia nel tempio a me più caro. Tra l'erbe, il dìo: ed io lo bacio, ne venero le forme eburnee ed un moto sessuale tutta m'invade e mi pare che il dìo mi stringa e sussurri: "Mia dèa..."
Così, signore, direi che l'Arte, come l'Amore, provvedano magicamente all'Unità tra il principio soggettivo e quello oggettivo. Platonicamente direi piuttosto che l'Amore non può in effetti generarsi se non dall'Arte e dalla Dialettica, configurandosi come estremo stato artistico e dialettico, per l'appunto.
Ho amato leggere quel che lei scriveva...La prego, anzi, di scrivermi senza indugio...
Scriveva la fanciulla che ero all'età di sedici anni:
"Oh chi, amando l'Amato, più n'amerà le vesti?
Oh, il germe del dìo feconda ogni cosa vivente, e il germe è detto "forma", e il tutto a la forma è veste.
Miri il savio lo splendido vestimento delle cose, ma frughi amorosamente di sotto alle medesime, per giungere al sacro estremo amplesso.
Il dìo procacciò ai mortali Diletto e Bellezza acciò per tutti gli obietti a lui si pervenisse, ma massimamente per l'Arte e la Dialettica degli amanti".