Chlòé ha scritto:Poi, però nella letteratura, c'è anche qualche Maestro che di fronte alla persona poco sincera o poco corretta o a qualche male-fatta, per esempio un discepolo...maledice lui e anche la sua stirpe o il suo popolo e lo condanna ad anni di sofferenza.
Avete presente qualche storia di queste ?
Cioè accade l' esatto contrario dell' imperturbabilità: il maestro si [om] e condanna ferocemente ad anni di sfiga e di patimento.
E allora, vi chiedo come la mettiamo ?
E come lo spieghiamo ?

Un esempio lampante ne è YHWH (che equivale, erroneamente, per i cristiani, a Dio).
Credo avvenga per il principio di POLARITA', ovvero: ciò che spinge verso un grado in alto di un polo può trascinare verso lo stesso grado in basso nel polo opposto.
Quando la gente comune gioisce delle cose comuni, la sofferenza proviene dalle cose comuni stesse. Quando un adepto ha penetrato la sfera delle cose sensibile e gioisce di cose grandi, se sbaglia, di cose grandi perirà. Per dire che, chi è prossimo al paradiso, per l'impiego della stessa forza, se sbaglia, rischia l'inferno.
Quindi direi che: non è il maestro che lo sta maledicendo ma gli sta annunciando ciò a cui andrà incontro, perché l'adepto stesso, sbagliando, se l'è causato. Questo perché ha scelto di sfidare l'ignoto. Come grande sarà la gioia, grande può essere la sofferenza.
Perché poi la divinità maledice tutto il suo popolo, questo non mi sovviene... forse perché il popolo subisce la sorte del prescelto che lo rappresenta. Oppure perché il popolo stesso viene rappresentato dalla sua divinità particolare che ne costituisce la religione primordiale: per ipotesi, gli ebrei sono il popolo di Yhwh, gli ariani di un altro Dio. Combattendo uno significa combattere pure contro i suoi figli, a cui toccherà la stessa sorte. Il profeta di quel popolo se sbagliasse, sbaglierebbe contro la divinità che rappresenta lo stesso, allora lo manderebbe in rovina.