Ciao, Paolo,
grazie mille per l’interessamento e la dedizione, quasi tassonomica, con la quale mi rispondi (sei un vero mito!);
Leggendo Satyananda mi sono reso conto che, come tu sostieni, i ‘sintomi’ sono quanto mai soggettivi… tanto da ritenere appropriato parlare di vera e propria idiosincrasia. Lo Swami, infatti, squaderna una tale gamma di segni rivelatori - dall’anoressia alla bulimia, dalla despressione a sindromi allucinatorie di sapore schizofrenico, da premonizioni a psicotelecinesi, dall’insonnia all’emicrania, dall’astenia all’erotomania, dal calore al dolore, dalla creatività artistica all’iperideazione, etc. - tale da esserne disorientati. Ma non credo abbia tutti i torti, in quanto, come direbbe Hegel, la verità non è mai semplice e ogni semplificazione allontana dal vero. E poi si sa, la nettezza è propria solo delle scienze esatte, dalle quali, se escludiamo la matematica e l’etica, come ci insegna Locke, ci rimane ben poco!
Dall’idea che me ne sono fatto, ho l’impressione che il risveglio in oggetto possa essere concepito (perdonami l’ennesimo schematismo!) come una specie di ‘cassa di risonanza’: un processo di amplificazione, di esaltazione dei vissuti presenti nel praticante (a livello conscio, preconscio o inconscio) e di attualizzazione delle loro potenzialità residue; da qui la soggettività del fenomeno kundalini. Un breve esempio freudiano: se la mia psiche non ha ancora slatentizzato un conflitto inconscio, il risveglio dell’Arrotolata porterà quel conflitto all’esplosione o all’implosione; cioè dalla sua energia scoccherà la fiamma che andrà ad incendiare la polveriera del mio turbolento inconscio; ma se, al contrario, al posto di un conflitto inconscio, l’Arrotolata incontra lungo la sua ascesa, doti e talento artistico, o spiccate potenzialità cognitive, allora la scaturigine sarà ben altra, portandomi a creazioni sublimi, nel campo dell’arte, della scienza o della filosofia.
Da quest’ipotesi ne conseguirebbe che ogni caso di risveglio è un caso a sé, da valutarsi col metro di una anamnesi che non può che essere individualizzata. Fin qui la mia personale opinione.
Venendo a quanto mi chiedi, solo alcune delle ‘spie’, da te enumerate, si sono, in me, palesate:
Beh, innanzittutto, quel calore bruciante alla nuca (di cui ho avuto prova oggettiva facendolo verificare tattilmente dalla mia compagna) mi ha lasciato, nei giorni successivi, quella tipica impressione epidermica che si ha come postumo di una scottatura; durante il resto della serata ero alquanto agitato, eccitato, al contempo intimorito ed euforico; un’eccitazione che non era solo agitazione emotiva ma anche incremento delle facoltà espressive e verbali: riuscivo a parlare e a leggere ad una velocità superiore al mio ritmo di sempre (anche questo verificato dalla mia compagna); vittima di quest’eccitazione temevo, in tale condizione, di non riuscire a prendere sonno; la cosa strana è che, appena spensi la luce, il sonno mi rapì in modo fulmineo, come mai prima mi era capitato.
Durante l’evento, ti confermo l’improvvisa apertura degli occhi: mi ritrovai con gli occhi sbarrati e incapace a chiuderli; sensazione che si associava ad una bellissima impressione di ‘risveglio’ di tutto il corpo: a ridestarmi fu un’ondata di calore misto ad espansione delle membra; un qualcosa che, se dovessi usare una metafora (forse un po’ condizionato da letture tradizionali) definirei uno ‘sbocciare’.
Confermo anche il ‘rumore di sottofondo’ presente nell’interno dell’orecchio, come tu descrivi;
riguardo poi la sfera sessuale, anzi genitale: il liquido seminale è diventato più fluido e ‘mobile’ (non che sia un masturbatore incallito, è solo che pratico il coito interretto con la mia ragazza e quindi ho modo di osservarlo)
Altri risultati e riscontri: sono capace di un maggior apprezzamento sia estetico che dei piaceri più umili e semplici (ad es. un piatto di pasta, la vista di un bambino che gioca, un film, una chiaccherata con un amico…), di maggior empatia, comprensione, immedesimazione e giustificazione del caso altrui (ad es. mentre prima ero del tutto impietoso verso imprenditori, capitalisti, speculatori… essendo io di tendenze anarchiche e marxiste-leniniste, ora riesco a concepire come anche questi individui possano soffrire come gli operai che sfruttano; oppure non osservo più con disprezzo, odio e cinismo le varie Lecciso di turno, ma riesco a trarre piacevolezza dalla loro visione, se sono belle donne!); l’aggressività è molto diminuita (non sogno più di prendere a bastonate certa gente), subisco meno i condizionamenti sociali, sono diventato un po’ più ‘frontalizzato’ (come si usava in gergo psichiatrico in epoca pre-basagliana) e un po’ meno sociopatico (come un po’ tutti gli antigregari e le pecore nere); infine mi è più facile ‘perdermi’ negli occhi di qualcuno/a, ossia ritrovarmi immerso nel suo sguardo, mentre quello/a parla, con una coscienza detersa, priva di di qualsiasi ‘copione’-guida al rapporto duale, lasciandomi permeare, passivo e indifeso, abbandonato a lui/lei (soggettivazione alla Levinas?), o semplicemente lasciarmi assorbire dalla visione di qualsiasi altra cosa, percependola meramente, o rimanere in ascolto di qualsiasi suono o rumore raggiunga le mie orecchie, semplicemente percependoli, senza analizzarli e attribuire ad essi un’identità, un’attributo impostole per cultura, mantenendomi in una disposizione d’animo di ‘attesa e captazione-ricezione del prossimo suono-rumore’ (contemplazione? Sintonizzazione su onde cerebrali alfa?). Non ho invece notato grandi cambiamenti circa la percezione della temporalità, come Cks mi suggeriva.
Che qualche granthi psichico, qualche ‘nodo’ irrisolto della mia personalità, si sia ‘allentato’?
Jo