Questo accade sopratutto quando si ha a che fare con materie-argomenti che vengono tenuti nascosti per non urtare la sensibilita’ della societa’ circostante.
Il Tantra e’una di queste “materie” e la generale classificazione che se ne da :
Dakshinachara- vamachara
Mano destra- mano sinistra.
Seppur utile e valida, e’ incompleta ed a volte ,nella maggior parte dei casi ricca di fraintendimenti.
Innanzitutto e’ bene comprendere che tale divisione che viene applicata al tantra , generalmente ha a che fare con la modalita’ con cui la pratica tantrica , viene applicata. La filosofia di base, il concetto base e’ piu o meno lo stesso.
Una piu generale classificazione nella pratica tantrica e’:
Samaya
Mishra
Kaula
Generalmente possiamo dire che ogni pratica tantrica ricade in una di queste tre categorie.
La differenza di base sta nel fatto che nel Samayachra le tecniche , le pratiche sono per lo piu’ “interne” , basate su tecniche di concentrazione e visualizzazioni, movimenti della consapevolezza interna ,etc.
Molte delle pratiche e tecniche del Kundalini yoga ( non intendo quello di yoghi Bhajan) rientrano nel Samayachara.
Nel Kaulachara le tecniche sono per lo piu’ “esterne” utilizzando yantra, complicati rituali, etc. anche se volente o nolente il processo ,seppur “esterno” , viene interiorizzato comunque dal praticante che conosce le correlazioni.
Mishra occupa una posizione intermedia tra le due .
Mishra non e’ molto diffusa, esistono poche o quasi nessuna tradizione che rientra in tale classificazione.
Il Kaulachara a sua volta viene diviso in due principali correnti ( sempre in accordo col modus operandi):
Dakshina marg
Vama marg

La differenza sta che nel Vama marg spesso il corpo fisico di una persona diventa lo yantra su cui operare ed in alcune pratiche tale corpo puo essere senza vita (un cadavere).
Inoltre nel Vama marg il panchamakara viene considerato alla lettera , utilizzando carne, unione sessuale , intossicanti ,etc. ( uno degli scopi e’ liberare energie condensate da i forti Taboo imposti da ideologie, societa’, fobie etc, quindi se abitualmente mangi carne , il panchamakara usando carne ha poco senso , mentre per un vegano ultra-ortodosso ha piu’ senso).

Nel Dakshinachara lo yantra o la murti utilizzato e’ un oggetto esterno al praticante, nel panchamakara carne , pesce etc. vengono sostituiti , da latte ,fiori etc.
Il dakshinachara a livello ritualistico e’ molto simile al sistema vedico , anzi molta della ritualistica che si trova oggi applicata nei templi indiani , o nelle case indiane ha piu a che fare con la ritualistica tantrica che vedica.
Il samayachara e’ molto diffuso tra molti dei Dashnami Sannyasi ( quelli istituiti da Shankaracharya), anche se alcuni utilizzano anche rituali tipici del Kaula.
Secondo molti dei portavoce del Samayachara , la loro pratica e’ la piu’ “elevata”, la piu’ “sublime” , la piu’ sattvica .
Alcuni gruppi portavoce del Samayacara parlano anche con toni dispregiativi di alcune pratiche tipiche del Kaulachara ( forse influenzati dal loro background culturale).
Secondo i praticanti del Kaulachara in particolare se vamachara, le loro pratiche sono di certo piu’ efficaci , in quanto danno risultati piu’ immediati ma allo stesso tempo sono considerate pratiche pericolose da praticare senza una “guida” seria, in quanto si ha a che fare con “energie” primordiali .
Per come la vedo io personalmente, e per come mi e’ stato insegnato ,e’ riduttivo parlare di pratica migliore o peggiore, ma e’ meglio parlare di pratiche differenti per differenti individui.
E se si riesce a comprendere che tra la pratica esterna e quella interna non vi e’ poi tanta differenza, alla fine e’ tutto guadagnato in quanto si può integrare a livello pratico l’esperienza interna con quella esterna ed unificare le due.
Alla fine e’ importante comprendere la complementarità’ delle differenti tecniche previa la necessaria comprensione delle tecniche prese singolarmente.