Lo sapevate che la periodica entrata nel samadhi, se praticato nelle sue varie modalità, induce una costante visione atemporale, esente da paura, rabbia e desiderio di contrapposizione?
eracle ha scritto:mah,
io mi sono letto la vocina wikipedia sulla samadhi e non ci ho visto molte differenze.
tu che dici, at?
ciao
matasilogo ha scritto:eracle ha scritto:mah,
io mi sono letto la vocina wikipedia sulla samadhi e non ci ho visto molte differenze.
tu che dici, at?
ciao
Ho vissuto molti tipi di Samadhi, come d'altra parte descrive Patangiali, Come promesso da alcuni giorni, puoi trovare una rappresentazione tantrica dalla prima pagina del mio sito, come quinta puntata del romanzo interattivo, però tra qualche giorno verrà automaticamente regredita in altre pagine. Io tengo conto della pratica, la teoria la lascio ai FARI che illuminano i mari al disopra delle nebbie.
Io sono un navigante e mi fermo ai porti quanto basta se no mi marciscono le vele Auguri a tutti iUuuu---...
AT ha scritto: Sono disponibile, se ho tempo, ad approfondire alcuni argomenti, a condizione di non partire troppo per la tangente con strani miscugli di linguaggi scientifici e fantasie personali: preferisco un linguaggio semplice e diretto.
Vi ho accomunati nella funzione di FARI di tanta cultura, non era chiaro? Possiamo dialogare ancora o bisogna chiudere? per non fare brutta figura?
matasilogo ha scritto:non commento:
sono inaccettabili.
visione del mondo compiuta
un pugno in faccia
malattia dei nostri tempi.
tuoi limitatissimi pregiudizi personali,
qualcosa che non va
agli antipodi delle tue fissazioni?
• Flame
•
• http://it.wikipedia.org/wiki/Flame
•
• la presenza di bias valutativi, ossia di distorsioni nella capacità di valutazione delle situazioni, dovuti a varie cause (culturali, sociali o psicologiche),
• il framing, ossia un processo inevitabile di influenza selettiva sulla percezione dei significati che un individuo attribuisce a parole o frasi,
• i pregiudizi veri e propri, positivi o negativi che siano, anch'essi fonti di numerosi studi,
• gli schemi comportamentali,
• e come si formano i processi decisionali, talvolta influenzati dal tempo a disposizione[3] e le euristiche connesse.[4]
Secondo lo studio che ha pubblicato Nicholas Epley, psicologo dell'Università di Chicago[6] sul Journal of Personality and Social Psychology[7], capiamo perfettamente il tono di una mail solo nel 50 % dei casi, anche se ci aspettiamo che ciò accada molto più spesso. Lo studio, effettuato su 60 studenti universitari disposti a coppie, rivelava che ognuno interpretava il tono della mail in base al proprio umore del momento. Per Epley ciò dipende da una forma di egoismo e di incapacità di scindere il proprio umore dalle percezioni circostanti. Come indica questo studio, nelle mail ciò provoca fraintendimenti, e può dar vita a situazioni di conflitto. A maggior ragione, in una situazione di chat o forum, dove alla mediazione dell'interazione si aggiunge la velocità con cui interagiamo, i fraintendimenti sono ancora più probabili
1. Il pioniere di questi studi è stato Erving Goffman, che dal 1959 ha usato la metafora del teatro per parlare del nostro modo di interagire con gli altri, e che distingueva tra interazione mediata (attraverso un medium di comunicazione come per esempio il telefono), faccia a faccia (in cui possiamo usare anche il linguaggio non verbale) e l'interazione quasi-mediata dei media come la televisione. Naturalmente gli studi hanno superato molte delle sue tesi, ma inevitabilmente partono da lì, e la metafora del teatro resta comunque molto efficace.
2. ^ Una scorsa veloce alle teorie principali e ai concetti chiave si trova in [www.sociologiadip.unimib.it/dipartimento/ricerca/pdfDownload.php?idPaper =149 Il concetto di ruolo nella teoria sociologica, paper di dottorato di Daniela Cherubini]
l' interazione tra gruppi o nel gruppo, in cui possono crearsi piccole lobby di potere simbolico, e il gioco alla guerra riguarda anche questo, permettendo di ridefinire i ruoli e il potere nel gruppo, attraverso la creazione di situazioni manichee (in cui si impone di essere o a favore o contro) per portare dalla propria parte il consenso di alcuni membri del gruppo, o per definire i propri nemici, che sono un vero bisogno simbolico
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