Messaggioda gb » 5 febbraio 2008, 14:08
Hai parlato do odio: odio è un'emozione, le emozioni sono un meccanismo di apprendimento, un meccanismo di autodifesa, un meccanismo che fa compiere azioni.
Focalizziamoci su quest'ultima definizione: e-mozione, provocare il movimento, fare muovere, fare compiere azioni.
Se si considera che l'emozione è un meccanismo per spingere un individuo a compiere un'azione, possiamo cercare di staccare il collegamento tra questa sorta fi meccanismo/forza motrice, e l'azione che ne è "spinta" fuori nel mondo.
Quindi possiamo "non agire" le emozioni.
In questo modo non si sopprime o reprime l'emozione, ma si ha la possibilità di osservarla.
Dividiamo emozione e azione, troviamo quello che le lega e sospendiamolo per un pò: sospendiamo l'azione, osserviamo l'emozione.
In un primo momento possiamo sospendere l'azione più appariscente, come urlare, battere i piedi, picchiare.
Poi possiamo provare a sospendere anche l'azione meno appariscente (neurovegetativa?) come battiti del cuore accelerati, sudorazione, tensioni muscolari.
L'emozione è molto bella da osservare, ma se tramutata in azione avrà inevitabilmente conseguenze.
Proviamo a fare un passo indietro.
“Negli alberi, nel vento, nell’acqua perenne,
nella terra, nella luce, nella roccia inflessibile”
Giovanni Vannucci