Lella ha scritto:Ciao...ma allora fatemi capire, sto tantra c ha o non ha a che fare co sto benedetto sesso?!
direi che potremmo definitivamente chiudere la faccenda.
no il tantra è una gigantesca costruzione che si propone di giungere alla realizzazione attraverso le funzioni e i processi.
cara Lella,se si leggessero i tantra forse lo si capirebbe.
i tantra induisti sono le conversazioni tra la Dea e Shiva.
i tantra tibetani sono gli insegnamenti esoterici di buddha in quanto nono avatara di Visnù.
ciò che arriva a noi è la degenerazione di una delle due grandi scuole di tantra, quella della mano sinistra, degenerata ad un insieme di credenze ed occultismo.
mi permetto di incollare parte di un testo di Sri Aurobindo sui tantra[i]
l'ho scaricato da
www.esonet.org e, avendo sospettato delle inesettezze nella traduzione ,l'ho fatto controllare da L.C. una mia gentilissima amica che ha rintracciato i brani originali (il cui titolo è riportato in calce dopo ogni brano,)ed ha corretto alcuni passaggi.
Tra parentesi quadra le frasi o le parole dubbie e di seguito le correzioni.
sarebbe opportuno , per farsi un 'idea del tantrismo shivaita, leggere il Mahanirvana tantra, ed.mediterranee, introduzione di Avalon.
se occorrono delle indicazioni bibliografiche sui tantra tibetani fammelo sapere
un abbraccio,
p.
TANTRA
Osserviamo innanzitutto che esiste [tuttora] altresì in India un notevole sistema yogico che è per sua natura sintetico e parte da un grande principio centrale della Natura, da una grande forza dinamica [della Natura]; ma si tratta di uno yoga distinto, non di una sintesi di altre scuole. Questo
sistema è la via del Tantra. A causa di [qualcuno dei suoi sviluppi] alcune sue deviazioni, il Tantra è caduto in discredito fra coloro che non sono tantrici; ciò principalmente a causa degli sviluppi del suo sentiero della mano sinistra, il Vama Marga, che non [pagò] pago di superare la dualità della virtù e del peccato, invece di sostituirli con una spontanea rettitudine dell'agire, è sembrato [costituirsi come metodo di auto-indulgenza, di libera immortalità sociale] aver fatto della licenza un metodo, dell’immoralità sociale un sistema.. Tuttavia, all'origine il Tantra fu un ampio e potente sistema basato su concezioni che erano almeno parzialmente vere. Anche la sua duplice divisione tra i sentieri della mano destra e della mano sinistra, Dakshina Marga e Vama Marga, trovò origine in una sicura e profonda intuizione. Nell'antico senso simbolico dei termini Dakshina e Vama, si trattava della distinzione tra la via della Conoscenza e la via dell'Ananda: la natura dell'uomo che si liberava attraverso un esatto discernimento dei poteri e [delle attività] dall’impiego delle proprie energie, elementi e potenzialità, e la natura nell'uomo che si liberava attraverso invece la gioiosa accettazione dei poteri e [delle attività] dall’impiego delle proprie energie, elementi e potenzialità. Ma in entrambe le vie vi fu alla fine un oscurarsi dei principi, una deformazione [simbolica e una caduta] e uno scadimento dei simboli.
Se comunque abbandoniamo anche qui i metodi e le pratiche attuali e ricerchiamo il principio centrale, troviamo come prima cosa il fatto che il Tantra si differenzia espressamente dai metodi yoga di tipo vedico. In un certo senso, tutte le scuole che abbiamo sin qui esaminato sono vedantiche [nella loro concezione] nei loro principi; la loro forza è nella conoscenza, il loro metodo è nella conoscenza, sebbene [essa non sia sempre discernimento attraverso l'intelletto] non sempre di ciò si avveda l’intelletto, ma [possa invece essere] è anche conoscenza del cuore espressa nell'amore e nella fede o conoscenza della volontà che si [sviluppa] manifesta attraverso l'azione.
In tutte queste scuole il Signore dello yoga è il Purusha, l'anima consapevole che conosce, osserva, attrae, dirige. Ma nel Tantra è piuttosto Prakriti, l'anima della natura, l'energia, la Forza-Volontà esecutrice dell'universo. Fu scoprendo ed applicando i segreti più intimi di questa Forza-Volontà, il suo metodo, il suo Tantra, che lo yogi tantrico perseguì gli scopi della sua disciplina: [conoscenza profonda] dominio di sé, perfezione, liberazione, beatitudine. Invece di ritirarsi di fronte alla Natura manifestata e alle sue difficoltà, egli le affrontò, se ne impadronì e le vinse. Ma alla fine, come è nella tendenza generale di Prakriti, lo yoga tantrico perse gran parte dei suoi principi nei suoi meccanismi e divenne [un oggetto] una raccolta di formule e [azioni] tecniche occulte ancora potenti quando rettamente usate, ma [cadute] scadute della chiarezza del loro [concetto] intento originario.
Abbiamo in questa concezione tantrica centrale un aspetto della verità: [l'adorazione] il culto dell'energia, della Shakti, come sola forza effettuale per ogni realizzazione. Cogliamo l'altro estremo nella concezione vedantica della Shakti come potere illusionistico e nella ricerca del Purusha silenzioso e immobile come mezzo di liberazione dagli inganni prodotti dall'energia creatrice. Ma nella concezione integrale [l'anima integrale,] l'anima conscia rappresenta il Signore, l'anima della natura la sua energia esecutrice. Il Purusha è della natura di Sat, autoesistenza pura ed infinita, cosciente di sé; Shakti o Prakriti sono della natura di Chit, il potere dell’autoesistenza conscia pura ed infinita del Purusha. La relazione tra i due si trova tra i poli del riposo e dell'azione. Quando l'energia è assorbita nella beatitudine [del conscio autoesistere] dell’esistenza autocosciente, c'è riposo; quando il Purusha si espande nell'azione della sua energia, c'è attività,
creazione e gioia o Ananda del divenire. Ma se l'Ananda è il creatore e la causa di ogni divenire, il suo metodo è Tapas o la forza [della coscienza] cosciente del Purusha [che è propria alla] concentrato sulla sua infinita potenzialità di esistenza e che da essa produce [verità ideali] Idee Reali, o vere idee, Vijana, le quali derivando da una onnisciente e onnipotente autoesistenza, possiedono la certezza del proprio compimento e contengono in se stesse la natura e la legge del
proprio divenire nei termini della mente, della vita e della materia. La finale onnipotenza di Tapas e l'infallibile compimento dell’Idea sono il fondamento reale di ogni yoga.
Sri Aurobindo, La Sintesi dello Yoga, Ubladini, p. 44-46
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I Rishi vedici non realizzarono mai la supermente sul piano terrestre o forse nemmeno vi tentarono. Essi cercarono di elevarsi individualmente al piano supermentale, ma non riuscirono a farlo discendere e a renderlo [parte] elemento permanente della coscienza terrestre. [Esistono] Ci sono persino versi delle Upanishad nei quali si allude al fatto che è impossibile varcare le porte del Sole (il simbolo della supermente) e conservare un corpo terrestre. E' per questo fallimento che lo sforzo
spirituale dell'India terminò nel Mayavada. Il nostro yoga è un duplice movimento di ascesa e di discesa; si sale a livelli di coscienza sempre più alti, ma allo stesso tempo si fa discendere il loro potere non solo nella mente e nella vita, ma da ultimo anche nel corpo. E il livello supremo, quello a cui sono rivolti i suoi sforzi, è la supermente. Solo quando questa può essere fatta discendere la trasformazione divina diventa possibile nella coscienza terrestre.
SA, Lettere, vol. II, p. 111
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Il Veda e il Vedanta sono un aspetto dell'unica Verità; il Tantra, con la sua enfasi sulla Shakti, è un altro; in questo yoga si comprendono tutti gli aspetti della Verità, non nelle forme sistematiche che gli sono state attribuite in precedenza, ma nella loro essenza, e li si conduce al più perfetto e alto significato. Il Vedanta si occupa maggiormente dei principi e [delle concezioni fondamentali] dei caratteri essenziali della conoscenza divina e perciò molto del suo sapere e delle sue esperienze spirituali è stato integralmente riportato nell'Arya. Il Tantra si occupa maggiormente di forme, processi e poteri strutturati; tutto ciò non poteva essere assunto semplicemente com'era, perché lo yoga integrale ha necessità di sviluppare le proprie forme e metodi; ma l'ascesa della [consapevolezza] coscienza attraverso i centri [nervosi] e altro della conoscenza tantrica stanno dietro il processo di trasformazione al quale attribuisco così tanta importanza, anche la verità che niente può essere realizzato se non attraverso la forza della Madre.
Il processo [della salita] del risveglio della Kundalini [risvegliata] che sale attraverso i centri [nervosi], come anche la purificazione di questi centri, è una conoscenza di tipo tantrico. Nel nostro yoga non esiste un processo [forzato] volontario di purificazione ed apertura dei centri; né una salita di Kundalini ottenuta attraverso un determinato processo. Viene usato un altro metodo; [esiste tuttavia] c’è sempre l'ascesa della [consapevolezza] coscienza, da ed attraverso i differenti livelli sino a [raggiungere la più alta] congiungersi con la coscienza superiore situata al di sopra; [esiste] c’è l'apertura dei centri e dei piani (mentale, vitale, fisico) [che] cui questi centri [comandano] presiedono; [esiste] c’è inoltre [quel discendere] la discesa, che è la chiave principale della trasformazione spirituale. Perciò esiste, come ho detto, una conoscenza di tipo tantrico dietro il processo di trasformazione di questo yoga.
SA, Lettere, vol. II p. 83