Paolo proietti ha scritto:Una discussione in questi termini, tra chi parte dalla didattica nelle tecniche psicofiche nel campo artistico e chi ha una visione meccanicistica del corpo umano non può che essere vana.
Leggere su un libro come funziona l'apparato respiratorio è un pochino diverso dal lavorare sul corpo ai fini di apprendere le tecniche repiratorie e di emissione vocale.
Percepire il diaframma come un bisteccone legato all'11 dorsale, rilassarlo durante la inspirazione per permettere ai polmoni di "farsi la propria casa" funziona.
Faccio un'altro esempio: anatomicamente non esiste nessuna possibilità di respirazione addominale.
Si respira solo con i polmoni.
Il corpo è una forma espressiva dell'essere.
Il lavoro sul corpo è arte.
Il considerarlo una macchina, ignorando quella roba che in Giappone si chiama Ki, in Cina Ch'i, in India Prana
non credo sia un bene.
p.
Per prima cosa, non si può dire che io abbia una visione meccanicistica del corpo umano, né (ancora una volta) che le mie esperienze pratiche siano nulle. Questo tanto per precisare.
Ma la tua osservazione sul diaframma:
Percepire il diaframma come un bisteccone legato all'11 dorsale, rilassarlo durante la inspirazione per permettere ai polmoni di "farsi la propria casa" funziona.
Può dare luogo a riflessioni interessanti.
1.Se è noto che il diaframma per abbassarsi si contrae, e se è frequente l'esperienza di un movimento più ampio e più fluido associato ad un "rilassamento", lasciar andare, in inspirazione, varrebbe la pena di approfondire e di chiedersi il perché di tale apparente paradosso. Che ne dice ckstars? E' chiaro che il tuo diaframma abbassandosi si contrae, anche se immagini che si rilassi. Ma la cosa funziona. Io ho proposto due spiegazioni: il diaframma è spesso soggetto a tensioni che ne limitano il movimento, e quindi lasciar andare, rilassare in inspirazione sblocca tali tensioni e consente un miglior movimento. Cioè si tratterebbe di "lasciare che il diaframma si contragga senza tensioni che ne blocchino l'ampiezza e la fluidità di movimento". Se ascolti bene il diaframma, puoi rendertene conto. La seconda spiegazione, è quella dei muscoli che agiscono da antagonisti del diaframma, e che hanno un comportamento opposto, cioè si rilassano quando il diaframma si contrae, e si contraggono quando il diaframma si rilassa: muscoli addominali e intercostali. In ogni caso, non si tratta di un approfondimento pretestuoso o inutile.
2.
Percepire il diaframma come un bisteccone legato all'11 dorsale, rilassarlo durante la inspirazione per permettere ai polmoni di "farsi la propria casa" funziona.
Ancora una volta, ti invito a notare la contraddizione. Tu dici di isolare, separare il lavoro sul corpo dalla conoscenza, dalla mente, dalle immagini mentali e dalla volontà, e poi (naturalmente) proponi ed usi immagini mentali, conoscenze e parallelismi mentali per gestire ed interagire con il corpo. E' questo il motivo per cui sono intervenuto nella discussione: mettere il luce questa incoerenza, e affermare il principio in base al quale il corpo, l'esperienza del corpo ed il lavoro sul corpo procedano assieme a volontà, coscienza, immagini mentali e conoscenze. Anche questa discussione interagirà con l'esperienza del corpo, così come è logico e naturale.